Associazione Calcio Milan

L'Associazione Calcio Milan S.p.A., nota anche come A.C. Milan o Milan (AFI: /ˈmilan/), è una società calcistica italiana fondata nel dicembre 1899, con sede nella città di Milano. La squadra milita nella Serie A del campionato italiano di calcio, dove ha giocato pressoché stabilmente: dalla sua introduzione nella stagione 1929-1930, infatti, ha partecipato a 83 campionati di Serie A a girone unico su 85. La carica di presidente del club è ricoperta dall'imprenditore cinese Li Yonghong.

È la terza squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18, a pari merito con il Boca Juniors e alle spalle di Real Madrid e Al-Ahly, rispettivamente a quota 24 e 20). Nella sua bacheca figurano, a livello internazionale, 7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club FIFA. Se in ambito internazionale il Milan è la squadra italiana con più successi e la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963), in ambito italiano è il secondo club più titolato, a pari merito con l'Inter e alle spalle della Juventus (52 trofei), avendo vinto 30 trofei nazionali: 18 scudetti, 5 Coppe Italia e 7 Supercoppe italiane. Complessivamente, con 48 trofei ufficiali vinti (30 nazionali e 18 internazionali), è il secondo club italiano più titolato dietro alla Juventus (63). È stata inoltre la prima squadra a vincere, nel 1991-1992, il campionato italiano a girone unico senza subire sconfitte, eguagliata dalla Juventus nel 2011-2012.

Il club figura al quarantunesimo posto della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata in base ai risultati ottenuti nelle competizioni UEFA per club nell'ultimo quinquennio e al quarto posto nella classifica stilata dall'IFFHS dei migliori club europei del XX secolo.

Storia

Dagli esordi al secondo dopoguerra

Il Milan Football & Cricket Club nacque grazie all'iniziativa di un gruppo di inglesi e italiani, riuniti all'hotel Du Nord e des Anglais, tra i quali Alfred Edwards, il primo presidente, Edward Nathan Berra, il vicepresidente e capitano della squadra di cricket, il segretario Samuel Richard Davies, e fra i soci fondatori David Allison (capitano della squadra), Daniele Angeloni, Giannino Camperio, Antonio Dubini, Guido Valerio e Herbert Kilpin. Della riunione diede notizia La Gazzetta dello Sport in un trafiletto del 15 o del 18 dicembre, ma non essendo rimasta una documentazione certa sull'atto costitutivo della società, la data di fondazione, che il club stesso fissa tradizionalmente al 16 dicembre 1899, resta incerta.

Il 15 gennaio 1900 il club fu affiliato alla FIF, Federazione Italiana del Football e il 15 aprile, nelle semifinali del campionato 1900, la squadra esordì con una sconfitta per 3-0 contro l'FC Torinese. Il 27 maggio dello stesso anno vinse la medaglia del Re grazie al 2-0 ottenuto contro la Juventus.

L'anno seguente il Milan si laureò campione d'Italia, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. Per il bis occorse aspettare il 1906, quando ad essere battuta fu la Juventus che rifiutò di disputare la ripetizione della gara di spareggio sul campo dell'US Milanese, non condividendo la decisione della FIF sulla scelta della sede della partita. Nel 1907 arrivò il terzo successo, grazie al primo posto nel girone finale a cui parteciparono Torino e Andrea Doria.

Nonostante i successi, nel 1908 un gruppo di soci, in disaccordo sul tesseramento dei giocatori stranieri, lasciò i rossoneri per fondare un nuovo sodalizio, il Football Club Internazionale Milano. Dopo la separazione il Milan sfiorò due scudetti, nel 1910-1911 e nel 1911-1912, entrambi vinti dalla Pro Vercelli, mentre nel 1916 i rossoneri misero in bacheca la Coppa Federale. Nelle stagioni seguenti la squadra vinse due volte i campionati regionali, ma non riuscì a ottenere successi nelle fasi nazionali.

Nel marzo 1919 la denominazione fu mutata in Milan Football Club e nel 1926 venne inaugurato lo stadio San Siro, fatto costruire dal presidente Piero Pirelli e che, fino al 1947, ospitò solo il Milan, dato che l'Inter avrebbe giocato all'Arena Civica. Nel periodo interbellico i diavoli ottennero solo piazzamenti di metà classifica non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nelle stagioni 1937-1938 e 1940-1941. Le stelle dell'epoca furono Aldo Boffi e Giuseppe Meazza.

Nel 1936 la società assunse la denominazione Milan Associazione Sportiva, mutata nel febbraio 1939, quando le autorità fasciste imposero l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano. Nell'immediato dopoguerra, mutata ancora la denominazione in Associazione Calcio Milan, la squadra rossonera ripartì col quarto posto del 1946-1947 e col simbolico titolo di campione d'inverno la stagione successiva.

Gli anni cinquanta e sessanta

Il quarto scudetto arrivò nel 1950-1951, dopo 44 anni di attesa, insieme alla prestigiosa Coppa Latina 1951, grazie ai gol del celebre trio svedese Gre-No-Li e alle parate di Lorenzo Buffon, sotto la guida tecnica dell'ungherese Lajos Czeizler. Negli anni seguenti si unirono alla squadra altri campioni come Schiaffino, Bagnoli, Radice e Cesare Maldini che, capitanati da Nils Liedholm, furono fra i protagonisti delle vittorie nella Coppa Latina 1956 e di altri 3 campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959). Nel 1958 il Milan raggiunse la sua prima finale di Coppa dei Campioni, perdendo però per 3-2 ai supplementari contro il grande Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni del trofeo.

Prima dell'inizio della stagione 1962-63, che vide il primo successo continentale dei rossoneri, la società cambiò la denominazione in Milan Associazione Calcio. L'anno precedente il Milan aveva vinto il suo ottavo titolo con Nereo Rocco in panchina, il capocannoniere José Altafini in attacco e un giovane Gianni Rivera in campo. Le reti di Altafini spinsero il Milan alla vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica nello stadio di Wembley e Cesare Maldini fu il primo capitano di una squadra italiana a sollevare la Coppa dei Campioni. Il 16 novembre 1963 i rossoneri, con Viani in panchina dopo il passaggio di Rocco al Torino, persero però per 1-0 lo spareggio della Coppa Intercontinentale giocato allo Stadio Maracanã contro il Santos di Pelé. Questa fu l'ultima stagione sotto la presidenza di Andrea Rizzoli, che si dimise dopo nove anni in cui vinse 4 scudetti, una Coppa Latina, una Coppa dei Campioni ed edificò il centro sportivo di Milanello.

Dopo alcune stagioni opache, che videro come unico successo la Coppa Italia 1966-1967, il ritorno in panchina di Rocco portò, nel 1967-1968, a conquistare il nono scudetto e la Coppa delle Coppe 1967-1968, messa in bacheca battendo al De Kuip di Rotterdam l'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin. Nel campionato successivo il Milan giunse secondo alle spalle della Fiorentina, ma vinse la sua seconda Coppa dei Campioni battendo per 4-1 nella finale di Madrid l'Ajax di Rinus Michels. In quell'anno il Milan si aggiudicò l'Intercontinentale, in virtù del successo nella doppia finale contro gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2). A questi allori di squadra si aggiunse anche la vittoria di Rivera nel Pallone d'oro 1969, primo italiano a riuscirvi.

Gli anni settanta e ottanta

Gli anni settanta si aprirono con tre secondi posti consecutivi in campionato, due dei quali ottenuti dopo aver subito brucianti rimonte da parte di Inter (1970-1971) e Juventus (1972-1973). In particolare nel 1972-1973 i rossoneri persero un campionato che sembrava già vinto a causa di un'amara sconfitta nella "Fatal Verona". I secondi posti in campionato furono però compensati dalla vittoria di due Coppe Italia (1971-1972 e 1972-1973) e dalla seconda Coppa delle Coppe.

Dopo alcune stagioni non esaltanti, l'arrivo di Nils Liedholm in panchina e il 4º posto nel torneo 1977-1978, stagione di debutto di Franco Baresi, prelusero alla conquista del decimo titolo nel 1978-1979. La squadra, guidata in campo da Gianni Rivera, alla sua ultima stagione da calciatore, vinse la concorrenza dell'ostico Perugia di Ilario Castagner che concluse il campionato imbattuto (prima squadra a riuscirvi nella Serie A a girone unico) e mise finalmente in bacheca l'agognato "scudetto della stella".

Gli anni ottanta si aprirono con la prima retrocessione in Serie B e la radiazione del presidente rossonero Felice Colombo a seguito dello scandalo del Totonero. Il pronto ritorno nella massima serie vincendo il campionato di Serie B 1980-1981 fu seguito da una stagione fallimentare che vide i rossoneri retrocedere nuovamente, questa volta sul campo, chiudendo il torneo al terz'ultimo posto della classifica con 24 punti in 30 giornate. Il ritorno in A fu ancora una volta immediato ma il Milan, dopo alcune stagioni di transizione, che il 20 gennaio 1985 videro l'esordio a Udine del sedicenne Paolo Maldini, dovette affrontare una grave crisi societaria. La società, fortemente indebitata e a rischio fallimento, fu rilevata il 20 febbraio 1986 dall'imprenditore milanese Silvio Berlusconi, che ne ripianò il deficit economico.

La successiva campagna acquisti fu all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Roberto Donadoni, Dario Bonetti, Giuseppe Galderisi, Daniele Massaro e Giovanni Galli e dopo una stagione di assestamento, che vide l'esonero di Liedholm e il quinto posto finale, l'anno successivo il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi e ingaggiò i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit, pallone d'oro 1987. Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra alla rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Tale successo fu il preludio a un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e la Supercoppa italiana 1989. Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, aveva rivoluzionato la pratica e la mentalità calcistica.

Dagli anni novanta e duemiladieci

La serie di successi internazionali del Milan di Sacchi si interruppe il 20 marzo 1991 nella "notte di Marsiglia", quando Adriano Galliani, durante il ritorno del quarto di finale di Coppa dei Campioni giocato contro l'O. Marsiglia, fece ritirare la squadra, in svantaggio per 1-0, per lo spegnimento di uno dei riflettori dello stadio. La scelta di non tornare in campo anche dopo il ripristino dell'illuminazione portò alla sconfitta a tavolino per 3-0 e alla squalifica per un anno dalle coppe europee. Si chiuse così il ciclo di Sacchi che a fine stagione lasciò la panchina a Fabio Capello per diventare commissario tecnico della Nazionale di calcio dell'Italia.

Escluso dalle competizioni europee, il Milan si concentrò sul campionato 1991-1992, vinto senza subire sconfitte, impresa eguagliata dalla Juventus nell'annata 2011-2012. L'anno seguente il Milan si aggiudicò il secondo scudetto di fila e la Supercoppa italiana 1993 e tornò da protagonista nel palcoscenico europeo, arrivando a disputare la finale di Champions League, dove fu nuovamente sconfitto di misura dall'Olympique Marsiglia

Subentrati all'Olympique, squalificata a seguito della "Vicenda VA-OM", i rossoneri persero ambedue le gare che assegnavano la Supercoppa europea 1993 (per 2-1 contro il Parma) e la Coppa Intercontinentale 1993 (per 3-2 contro il San Paolo). L'annata 1993-94 fu invece memorabile, impreziosita dal double scudetto-Champions League, coppa vinta in finale per 4-0 contro il Barcellona allenato da Johan Cruijff. Il Milan conquistò poi la Supercoppa italiana 1994 e la Supercoppa UEFA 1994, ma fu sconfitto per 2-0 nella Coppa Intercontinentale 1994 dagli argentini del Vélez Sarsfield e per 1-0 nella finale di Champions del 1994-1995, raggiunta per il terzo anno consecutivo, dal giovane Ajax del tecnico Louis van Gaal. Al termine della stagione 1995-96, conclusa con la conquista del quarto scudetto in cinque anni, Capello lasciò la panchina all'uruguaiano Óscar Tabárez.

Nei due anni seguenti il Milan, che passò da Tabárez al rientrante Sacchi e da questi al rientrante Capello, visse la fine di un ciclo, segnata da una crisi di risultati e piazzamenti molto deludenti in campionato. L'ingaggio del tecnico Alberto Zaccheroni, che guidò i rossoneri alla vittoria del sedicesimo scudetto nel 1998-1999, parve preludere ad un nuovo ciclo di successi, ma la squadra non ottenne risultati di rilievo e passò nel 2001 nelle mani di Cesare Maldini, prima dell'arrivo in panchina dell'ex calciatore rossonero Carlo Ancelotti, che, approdato in rossonero nella stagione 2001-2002, inaugurò un nuovo ciclo vincente. Sotto la sua guida, dopo la semifinale di Coppa UEFA 2001-2002, nel 2003 tornò in bacheca la Champions League, che mancava da nove anni e fu vinta battendo ai rigori, nella finale dell'Old Trafford di Manchester, i rivali della Juventus. Tre giorni dopo, contro la Roma, la squadra si aggiudicò l'unica Coppa Italia dell'era Berlusconi, la quinta della storia rossonera. Nella stagione 2003-2004, in cui la società mutò la denominazione in Associazione Calcio Milan, la bacheca si arricchì con il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa europea, vinta allo Stadio Louis II di Monte Carlo battendo per 1-0 il Porto di José Mourinho, mentre i rossoneri persero, sempre ai rigori, sia la Supercoppa italiana 2003 contro la Juventus che la Coppa Intercontinentale 2003 contro gli argentini del Boca Juniors.

Sono del 2004-2005 la vittoria della Supercoppa italiana 2004, il secondo posto in campionato e la sconfitta-beffa nella finale di Champions League contro il Liverpool, che nel secondo tempo rimontò dallo 0-3 e vinse ai rigori. Al termine del campionato 2005-2006, concluso al secondo posto, il Milan fu coinvolto nello "scandalo Calciopoli", subì una penalizzazione di 30 punti che lo relegò al terzo posto e un'ulteriore penalizzazione di 8 punti da scontare nel campionato successivo.

Nel 2006-2007 il Milan giunse nuovamente in finale di Champions League (l'undicesima della propria storia), vinta per la settima volta con la doppietta di Inzaghi ancora contro gli inglesi del Liverpool. Kaká, che vinse poi il Pallone d'oro 2007, fu il capocannoniere della manifestazione con 10 gol. Nel 2007-2008 il Milan si aggiudicò anche la sua quinta Supercoppa europea e la sua prima Coppa del mondo per club, ultimi successi del ciclo Ancelotti, che al termine della stagione 2008-2009, segnata anche dal ritiro di Paolo Maldini, lasciò il testimone all'ex calciatore e dirigente Leonardo, alla sua prima esperienza da allenatore, ma rimasto in carica per una sola stagione.

Nell'estate del 2010 arrivò sulla panchina rossonera Massimiliano Allegri, che guidò il Milan alla vittoria del campionato italiano nella stagione 2010-2011, quando il Milan, trascinato dai gol del neoacquisto Zlatan Ibrahimović, vinse il diciottesimo scudetto. Nel 2011 il Milan mise in bacheca anche la sua sesta Supercoppa italiana, battendo a Pechino l'Inter per 2-1. Durante la gestione di Allegri giunsero un secondo posto in Serie A nel 2012 e un terzo posto nel 2013. Nel dicembre 2013 Allegri fu sollevato dall'incarico e sostituito con Clarence Seedorf. Nel triennio successivo alla guida dei rossoneri si avvicendarono l'olandese, Filippo Inzaghi e Siniša Mihajlović, ma la squadra visse un periodo di declino, reso meno amaro dal raggiungimento della finale di Coppa Italia 2015-2016, la prima dopo tredici anni, dove il Milan fu sconfitto di misura dalla Juventus. Sotto la guida di Vincenzo Montella, nel dicembre 2016 i rossoneri si aggiudicarono, a Doha contro la Juventus ai tiri di rigore, la loro sesta Supercoppa italiana, conquistando l'ultimo trofeo ufficiale della presidenza Berlusconi. Il 13 aprile 2017 fu infatti ufficializzata la cessione del 99,93% della società alla Rossoneri Sport Investment Lux, facente capo all'imprenditore cinese Li Yonghong, nuovo presidente del club.